Simone Dipietro ama coinvolgerti in quello che fa.
 
A volte te lo chiede direttamente (come nel caso dell’ultimo lavoro”beauty”)
Altre volte ti obbliga con violenza (basti osservare sul web il video che documenta ed illustra la sua tecnica “flashante” per eseguire ritratti per strada)
Altre volte ancora ti viene naturale farti “tirar dentro” di tua spontanea volonta’.
 
E’ quello che mi e’ capitato in occasione del suo lavoro fotografico HUMANS un paio d’anni fa.
Per uno come me , un po’ originale e sempre alla ricerca di nuove esperienze artistiche e’ stato oserei dire impossibile non prestarsi alla realizzazione dell’idea di tatuare con alcuni disegni in bianco e nero proiettati, una serie di corpi umani nudi che appartengono agli amici e alle amiche di Simone.

In piu’ questi corpi, essendo dotati anche di cervello&libero arbitrio, oltreche’ spronati ed invitati dallo stesso Simone ad esprimere la loro preferenza in fatto di “jins©tattoo” , hanno scelto quale disegno tatuarsi e motivato la loro scelta in un documento ufficiale da affiancare al loro ritratto fronte e retro.
 
Ecco come ho conosciuto Simone Dipietro
Direi nel modo migliore…
…leggendo cose tipo “su questa mia natica ho voluto farmi tatuare la faccia di un a sorta di John Lennon spaziale…” Francesco .
Oppure ammirando il bel culo di Agnese interamente ricoperto da una texture di insetti inventati da me… amazing experience!!
Ad ogni modo , facendo qualcosa di insolito, intelligente, creativo che coltivasse una nascente amicizia e che coinvolgesse anche altre persone…per di piu’ nude e crude.
 
Un’altra volta invece sono stato io, insieme ad una dozzina di altri personaggi ad esser il soggetto fotografato da Simone : “Vestitevi a Festa, vi faccio il ritratto, compilate il questionario please”.
Eri obbligato in qualche modo da una richiesta formale precisa (certo il ragazzo non e’ un timido) , ma sceglievi liberamente e in modo tuo personale come agghindarti e che oggetti portarti.
 
Tant’e’ che io , simbolista accanito e appassionato di marchi loghi e icone contemporanee,
aggiunsi alla maglia da maestro di sci della Valdaosta (la mia patria)
e agli stivali comprati dopo un uragano in un viaggio in moto nel MidWest Americano (l’avventura) anche una coppa da miglior disegnatore di pesci del mondo ( lo humor – il divertimento)
e i due “portraits” da me disegnati raffiguranti Frida Kalho e Keith Haring (le mie radiciartistiche )
Insomma, praticamente…sto’ ritratto me lo son confezionato e preparato da solo.
Forse proprio questo voleva il giovane fotografo?
Penso di si.
Certo e’ che ti veniva nuovamente richiesta una sorta di collaborazione per realizzare una sua idea.
In modo diverso , ma sempre chiedendo qualcosa a qualcuno, ha origine l’ultimo nato dei lavori artistici di Simone , nome in codice : BEAUTY.
 
Questa nuova operazione richiede la collaborazione di alcuni fotografi specializzati
in foto di moda o di bellezza femminile.
Il professionista ,chiamato in causa da una piu’ che esplicita richiesta dell’autore, deve accettare di cedere allo stesso i progetti photoshop delle copertine delle riviste fashion per cui lavora.
A questo punto , il nostro baldo Simone , ottenuti i fatidici progetti (mi piacerebbe assistere alla trattativa) elimina totalmente la foto originale ed evidenzia i livelli di ritocco della stessa, rivelandoci delle vere e proprie nuove facce che ricordano formalmente le maschere tribali africane, ma che testimoniano in realta’ il lungo lavoro di ritocco (rughe,nei,occhiaie) che viene fatto dai fotografi quando preparano quelle copertine a cui tutti noi siamo abituati a riferirci quando pensiamo ad un ideale comune di bellezza femminile e patinata contemporanea.
Una bellezza che mai piu’ illusoria di cosi’ e’ stata.
Una bellezza “mediatica” ,
propinataci in mille forme dalla moda, dalle riviste , dai quotidiani, dalla pubblicita’
e dalla televisione.
 
A parte la questione del riutilizzo del lavoro fotografico di qualcun altro , modificandolo a proprio piacimento e scopo (Simone e’ affascinato dal lavoro di Thomas Ruff) ,
e tutto quel che puo’ venirci in mente circa il concetto di bellezza nel mondo contemporaneo,
riguardo alla falsita’ dei mass media, ai modelli estetici che il mondo dell’advertising ci obbliga a imitare oppure alla realta’ effettiva che la fotografia ci puo’ proporre al giorno d’oggi,
trovo assolutamente interessante la questione “social” del lavoro di Simone Dipietro…

…la ricerca continua della collaborazione e del coinvolgimento di qualcun altro per raggiungere una propria finalita’ comunicativa. Che sia un altro fotografo, un artista, il soggetto fotografato consenziente o violentemente “flashato”, o il pubblico stesso che osserva, come detto in apertura, a Simone Dipietro piace molto coinvolgerti in quello che fa.
 
Non mi resta altro che compilare il questionario sulla figura della donna Italiana, che il nostro artista sta’ distribuendo fra gente di eta’ , provenienza e sesso diversi e che sara’ allegato (poiche’ facente parte dello stesso), al suo nuovo lavoro targato 2013 e denominato BEAUTY.
 
 
10 aprile 2013
Paolo Gillone JINS©
 
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